Il Governo Cinese ha avviato un’indagine su Alibaba Group e sulla sua posizione dominante sul mercato.
Ricordiamo che il 24 Ottobre Jack Ma, numero 1 di Alibaba, aveva tenuto un discorso pubblico molto critico contro il sistema bancario cinese, che, secondo il miliardario, non si accollerebbe i rischi del finanziamento all’innovazione, mettendo in dubbio anche l’autorità del Presidente Xi Jinping.
Da allora Jack Ma “scomparve”. Il padre di Alibaba infatti per mesi non si è mostrato in pubblico, fino al 20 Gennaio, quando ha preso parte a una conferenza online nell’ambito delle sue attività filantropiche, mettendo a tacere le voci dei mass media su una sua presunta scomparsa.
Ma nel mentre cosa è successo?
Il 5 Novembre ci sarebbe dovuta essere l’entrata in Borsa di Ant Group con un’offerta pubblica iniziale (Ipo) da 35 miliardi di dollari, ma è stata bloccata 48 ore prima dal governo cinese.
Ant Group è una società controllata da Alibaba Group, ed è l’azienda fintech creatrice del sistema di pagamento AliPay (la piattaforma per i pagamenti di Alibaba)
L’accusa è stata quella che la società avesse obbligato i venditori ad offrire i loro prodotti solo sulla piattaforma Alibaba e non attraverso altri canali.
Inoltre sotto accusa dell’antitrust anche Ant Group, che avrebbe offerto prodotti bancari e finanziari. Trattandosi di una piattaforma e non di una banca, Ant Group non sarebbe stata autorizzata a rilasciare queste tipologie di prodotti e servizi.
Quindi l’antitrust cinese da mesi è al lavoro, indagando sulle sospette pratiche monopolistiche di cui avrebbe goduto Alibaba Group.
Nel frattempo secondo il Financial Times il governo cinese avrebbe imposto a Tv e giornali di censurare ogni notizia relativa all’indagine e ad Alibaba
Il blocco dell’entrata in Borsa di Ant Group e le indagini su Alibaba, che vanno avanti da mesi, non hanno giovato sulle quotazioni in Borsa del gruppo.
Il valore di Ant a novembre si aggirava attorno a 350 miliardi di dollari, oggi il valore è crollato a 700 miliardi di Yuan (108 miliardi di dollari).
La ricomparsa in pubblico ha ridato fiato al gruppo con un immediato +8,35% in Borsa, ma se la “guerra” andrà avanti, la quotazione è destinata a scendere ancora.
Sono state sospese, inoltre, anche le attività di Huxiu, sito d’informazione legato ad Alibaba, che nei giorni scorsi aveva criticato le eccessive punizioni contro i gruppi tecnologici cinesi.
È anche vero però che in Cina, le vendite al dettaglio e online sono pressoché tutte gestite dall’oligopolio creato dalle multinazionali Alibaba, Tencent (WeChat) e Baidu (l’alternativa cinese a Google)
Fino ad ora il governo cinese ha incentivato i gruppi tecnologici nazionali a svantaggio di quelli stranieri.
La legislazione a favore delle multinazionali cinesi ha contribuito alla creazione e all’espansione di questo oligopolio della BAT (Baidu, Alibaba, Tencent), che è la risposta cinese al GAFA americano (Google, Amazon, Facebook, Apple).
La differenza sta nel potere delle autorità cinesi rispetto a questi colossi, potere che manca alle autorità occidentali.
Il governo cinese ha “creato” i giganti, e ora vuole dimostrare che può ridimensionarli a proprio piacimento, se dovessero esporsi troppo o voler scavalcare l’autorità governativa.
Come afferma Bloomberg: se la Cina decide che Jack Ma è volato troppo vicino al sole, gli taglierà le ali senza esitazione.